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Che impatto stanno avendo le sanzioni nei confronti della Russia sulle realtà dello sport system? Ormai sono passate diverse settimane dall’inizio del conflitto armato che ha colpito e sorpreso il mondo intero. La diplomazia arranca e si sta facendo fatica a trovare un negoziato tra le parti. Gran parte degli Stati ha risposto all’offensiva russa con pacchetti di sanzioni nei confronti del mercato sovietico per cercare di indebolire l’economia di Mosca, provando a mettere fine a una guerra che forse nessuno ha compreso fino in fondo.

A seguito dell’approvazione del pacchetto di sanzioni, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’UE il Regolamento 2022/428, che prevede, tra le diverse restrizioni, il divieto di esportazione verso la Russia di determinati beni di lusso, tra cui figurano anche “Articoli e attrezzature per sport ricreativi, tra cui sci, golf, immersione e sport acquatici”.

Alla luce di un complesso quadro sanzionatorio che sicuramente sta colpendo anche alcune aziende italiane, Assosport ha organizzato un webinar per fare il punto sulla situazione a cui sono intervenuti come relatori Zeno Poggi, founding partner di ZPC, Roberto Corciulo, presidente di IC&Partners e Alfredo Gozzi, direttore di Confindustria Russia. Qui di seguito un estratto di quanto emerso durante l’incontro dello scorso 24 marzo.

Un mercato importante, ma non fondamentale

Un elemento importante da far comprendere alle aziende è che la Russia, di fatto, non rappresenta uno dei principali mercati per l’Italia. A livello geografico è una piazza di affari sicuramente vicina ed è considerato un commercio ad alta spesa.

La Russia però non è tra i maggiori Paesi di destinazione degli articoli sportivi italiani. Dati alla mano, nel panorama dell’export del Bel Paese 2021 lo stato sovietico è solo al quattordicesimo posto con il 7,7 dei 516 miliardi di beni venduti all’estero.

I rischi per le aziende

Al momento, oltre alla Russia, esistono altri 40 Paesi che subiscono programmi sanzionatori. Queste misure di embargo, infatti, sono uno strumento di pressione politica innegabilmente efficace. Che saranno, di conseguenza, un’eventualità sempre più ricorrente negli affari e nel commercio internazionale. Le imprese italiane ed europee devono prepararsi a convivere con sistemi restrittivi più complessi e articolati.

Le nuove sfide per i marchi italiani sono quelle di conoscere le sanzioni, comprendere i meccanismi giuridici della “compliance”, analizzare, prevenire e gestire i rischi dei Paesi sottoposti a embargo. Ogni impresa detiene precise responsabilità in merito al controllo delle nazioni di destinazione finale dei prodotti, dei clienti coinvolti, dei beni venduti, esportati e riesportati. La sicurezza passa attraverso una corretta gestione dell’export in ogni sua fase e, in particolar modo, in quella preliminare. È necessaria, dunque, una costante attività di verifica organizzata internamente all’azienda.

Le restrizioni attuali

Le misure restrittive pubblicate nelle ultime settimane dall’UE hanno solo modificato delle direttive che erano già in vigore dal 2014. Il regolamento al momento che interessa più da vicino le aziende sportive italiane è il 428 datato 15 marzo. L’elemento più importante è l’inserimento in quest’ultima normativa, tra i prodotti sottoposti a restrizione, anche dei beni di lusso, con valore superiore a 300 euro per articolo. Tra questi rientrano anche prodotti legati al settore degli articoli sportivi come:

– pelletteria, selleria, articoli da viaggio, borsette e articoli simili di alta qualità;

– cappotti, giacche o altri indumenti, accessori di abbigliamento e calzature;

– articoli e attrezzature per sport ricreativi, tra cui sci, golf, immersione e sport acquatici.

Vedremo le prossime evoluzioni. In un momento difficile come quello attuale tanti sono gli attori che vengono influenzati e colpiti da queste dinamiche. La guerra oggi è anche, e soprattutto, economica. Ecco che in questa fase la sfida per le aziende è quella di comprendere come il mercato possa cambiare di settimana in settimana, evitando di cadere in errore esportando articoli che hanno restrizioni o facendo business con soggetti “listati”.

 

Per maggiori informazioni su questo webinar, gli uffici di Assosport sono a completa disposizione (assosport@assosport.it).