
Sorridente e solare quanto umile, a volte quasi schiva. Ma decisa e risoluta in campo. Tanto da diventare numero uno del ranking WPT, nonché campionessa del mondo per la seconda volta. A tu per tu con Ari Sánchez, con la quale abbiamo trascorso una piacevole giornata in occasione della tappa finale degli Head Experience Day, in scena al X4 Padel Club di Ostia
Due numeri con uno carattere decisamente diverso. Di Lebrón – che abbiamo incontrato pochi giorni prima e intervistato sempre nel terzo numero di PadelBiz – colpiscono subito la grande sicurezza e spavalderia, oltre a una certa dose di presunzione, non così rara e per forza negativa se parliamo di un campione “dominante” in un determinato sport (che abbia un carattere non certo facile è noto a tutti e lo ha candidamente ammesso pure lui).
Al contrario, Ariana Sánchez Fallada, per tutti semplicemente “Ari”, è una ragazza di 25 anni molto timida e perfino timorosa in certi frangenti fuori dal campo. Nel rettangolo blu, invece, è decisamente più decisa e risoluta.
Specialmente quest’anno, anche a giudicare dai risultati davvero notevoli finora ottenuti (mentre scriviamo è in corso la penultima tappa del WPT in Messico, in attesa del Master Final di Barcellona): sette titoli conquistati e altrettante finali insieme a Paula Josemaría (con la quale fa coppia dal 2021), medaglia d’oro ai Mondiali (bis dopo il 2021) e primo posto nel ranking.
Abbiamo avuto il piacere di passare un’intera giornata con Ari e di intervistarla in occasione della tappa finale degli Head Experience Day presso il X4 Padel Club di Ostia, dove è stata acclamata special guest.
L’intervista
Stai facendo una stagione fantastica. La consideri la tua migliore di sempre?
Sì, credo che quest’anno stiamo giocando a un grande livello. Abbiamo migliorato molte cose rispetto allo scorso anno, e lo dico anche per quanto riguarda il mio livello individuale. Ho molto da dare, e questa è la cosa importante. Voglio terminare la stagione nel miglior modo possibile.
Vincere il Mondiale è stata la tua più grande emozione del 2022? Quali altri momenti sono stati speciali per te?
Vincere rappresentando il tuo Paese è il massimo che si può vivere da sportiva, anche perché condividiamo una settimana con giocatori e giocatrici con cui sei in competizione. Siamo rivali, ma sappiamo essere compagni di squadra quando siamo chiamati a farlo.
È stata più speciale la vittoria al Mondiale 2021 o 2022?
Sinceramente più speciale la vittoria del 2021, perché era la prima volta per me. È stata una sensazione unica.
Per la prossima stagione è confermata la coppia con Paula Josemaría?
Direi proprio di sì, abbiamo voglia di proseguire insieme.
Ci sono grandi cambiamenti nel settore con il nuovo Premier Padel, anche se solo per gli uomini. Cosa pensi di queste novità? Ti piacerebbe che ci fosse anche per le donne o il World Padel Tour è sufficiente?
Chiaramente mi piacerebbe che ci fosse il Premier Padel anche al femminile. Lo vogliamo e siamo in fase di trattativa. Alla fine, la cosa più importante è che noi giocatrici siamo messe al centro, che ci sentiamo valorizzate e che cresciamo insieme a tutto il movimento. Penso che sia quello che sta accadendo con il Premier Padel al maschile.
Per gli uomini esiste l’associazione PPA (Professional Padel Association) formata dai giocatori e presieduta da Ale Galán. Per le donne come siete organizzate?
È forse meno conosciuta e visibile ma anche noi abbiamo la nostra associazione: si chiama IPPA (International Padel Players Association), la cui presidente è Lucía Sainz, mentre Gemma Triay è vicepresidente. Noi ragazze siamo consapevoli che il futuro del padel femminile passa anche da queste realtà e tutte insieme vogliamo diventare più forti.
Negli ultimi due anni i premi e gli sponsor sono aumentati. Credi che siano adeguati o sono ancora troppo bassi rispetto ad altri sport?
Il livello sportivo sta crescendo al pari di quello economico, ma ciò che mi piacerebbe in futuro è che le ragazze raggiungano parità di genere nel montepremi. In questo senso per me è molto importante che il padel femminile continui a crescere esponenzialmente.
Se potessi cambiare una cosa nel padel, cosa sceglieresti? Magari il punto d’oro o altro?
Non cambierei nulla, perché per esempio l’introduzione del punto d’oro mi è piaciuta e mi sembra assolutamente adatta al gioco.
Ti piacerebbe giocare su diverse superfici, un po’ come avviene nel tennis, e non solo su sintetico?
Non lo so. Vedremo in futuro. Può darsi che ci saranno dei cambiamenti del genere, e che alla fine noi giocatori ci dovremo adattare a superfici differenti.
Da quanti anni giochi con Head? Qual è la tua racchetta preferita?
Gioco da quattro anni con Head. La racchetta che utilizzo è l’Alpha Motion, con la quale mi sono sempre trovata molto bene. Rispetto alla Delta è un po’ più permissiva e permette un miglior controllo dei colpi, si adatta bene al mio stile di gioco. Per la prossima stagione utilizzerò il nuovo modello 2023, che sarà sicuramente una grande racchetta…(della nuova linea Speed, che sostituirà l’Apha, vi parleremo sul prossimo numero, ndr).
Nel tuo rapporto con Head puoi dare dei feedback sui prodotti?
Noi giocatori abbiamo la possibilità di esprimere le nostre opinioni sui prodotti, e di questo sono molto contenta.
Com’è il tuo rapporto con Head? Partecipi spesso a eventi come questi in Spagna o in altri Paesi?
Da quando sono al fianco di Head partecipo a quattro o cinque eventi del genere ogni anno. Finora principalmente in Spagna, ma il padel comunque si sta internazionalizzando. L’Italia per esempio sta diventando un mercato importante per lo sviluppo di questo sport. Sono molto felice di conoscere altri Paesi e realtà.
Cosa pensi del padel in Italia? Quanti anni siamo indietro noi rispetto alla Spagna?
Credo di 10 anni, ma penso che il padel femminile italiano stia crescendo moltissimo. È il movimento più forte dopo Spagna e Argentina e questo è molto importante. Il livello si sta alzando in modo evidente.
Ti piacerebbe aprire un club o una scuola di padel? Hai idee o progetti in merito?
Aprire una scuola per lavorare con i bambini è uno dei miei sogni, perché ritengo sia alla base della crescita di uno sport. Ora sto valutando di aprire una scuola a Reus (vicino a Barcellona, ndr), perché è la mia città, e vorrei dare ai bambini tutto ciò di cui necessitano per realizzare i propri sogni. Non so ancora quando. Ora sono presa dai tornei, ma lo farò appena vi sarà l’opportunità.
Immaginando il tuo centro di padel, quali sarebbero le tre cose più importanti da insegnare per apprendere al meglio questo sport?
Per prima cosa, il valore dei sacrifici. In secondo luogo, l’importanza del gioco di squadra e poi l’umiltà. Per me queste sono le cose più importanti.
di Benedetto Sironi
Credits: World Padel Tour
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