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Luigi Carraro: "Il 2022 è stato l’anno in cui è cambiato tutto nel padel" 2

“Il 2022 è stato l’anno in cui è cambiato tutto nel padel”. È una delle prime cose che Luigi Carraro, presidente della Federazione Internazionale Padel (FIP), vuole sottolineare all’inizio della nostra chiacchierata. La frase non suona per nulla esagerata. Nel percorso di crescita globale intrapreso ormai qualche tempo fa, ricorderemo il 2022 come una pietra miliare per lo sviluppo della disciplina. In questa storia, il Premier Padel occupa naturalmente uno dei capitoli principali. Partito l’1 febbraio dello scorso anno, in pochi mesi il circuito nato grazie a FIP, Qatar Sports Investments e PPA (l’associazione dei giocatori), è riuscito a entrare al Foro Italico di Roma, allo stadio del Roland Garros e a dare nuove prospettive economiche e professionali agli atleti di questo sport. Di questo progetto, e di molto altro, abbiamo parlato con Luigi Carraro, a margine del Milano Premier Padel che a dicembre aveva chiuso la stagione.

L’intervista
Luigi Carraro, presidente FIP

“Il mio sogno è che il padel sia giocato in tutti i Paesi del mondo”

Come ha conosciuto il padel e com’è nata la passione per questo sport?

Nel settembre 2015, durante una cena, uno dei miei amici arriva con un inusuale ritardo di 40 minuti. Quando gli chiediamo perché, lui ci dice che aveva scoperto uno sport di cui si era innamorato: il padel. A quel punto divento curioso e decido di provarlo. Ed è subito un colpo di fulmine. L’anno successivo il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi, mi chiede di dare il mio contributo nel far crescere la disciplina sul territorio. Ad agosto 2018 poi si apre una crisi nella FIP, e sempre Binaghi mi chiama per avvisarmi delle dimissioni del presidente. Lui mi chiede cosa ne pensassi e mi propone di candidarmi. Le elezioni sarebbero state da lì a due mesi. Le abbiamo vinte e da lì è iniziato tutto.

Facciamo un bilancio del Milano Premier Padel: possiamo considerarlo un successo?

Puntavamo molto su questo torneo, perché era quello conclusivo della stagione. Era un po’ una scommessa, perché negli ultimi anni si diceva che il pubblico a Milano non dimostrava un grande affetto nei confronti degli sport. Con quest’evento, invece, abbiamo evidenziato non solo che il circuito è straordinario, ma anche che i milanesi amano i grandi eventi e il padel. Nella giornata di mercoledì (il secondo turno del tabellone, ndr) il palazzetto era praticamente pieno, cosa che non ci era mai capitata prima.

Luigi Carraro: "Il 2022 è stato l’anno in cui è cambiato tutto nel padel"

Questa prima stagione di Premier Padel è stata all’altezza delle sue aspettative? Che voto le darebbe?

Darei un 8. Se fossi generoso le dovrei dire 10, ma dico 8 perché io, Nasser Al-Khelaifi e la PPA siamo maniaci dei dettagli. Anche se può apparire perfetto, ci sono tante piccole cose che vogliamo migliorare. Su tutte, l’omogeneità del calendario. Nel 2022 abbiamo avuto un numero limitato di tornei, perché dovevamo inserirci nei buchi che trovavamo nel corso dell’anno. Nel 2024 partirà il tour vero e proprio, con un minimo di 25 eventi, che potrà arrivare anche a 35, e in quel caso vorremmo strutturare il calendario al meglio in base alla collocazione geografica delle varie tappe.

Il complimento più bello che è stato rivolto al Premier Padel?

Il più soddisfacente è il feedback del giocatore che ci dice di non aver mai giocato in un torneo così bello. E il pubblico che si entusiasma nel vedere la partita, perché è una cosa spontanea su cui noi non possiamo avere alcun controllo.

Sappiamo che oltre alla PPA (associazione maschile), esiste anche il corrispettivo delle giocatrici rappresentato dalla IPPA (International Padel Players Association), che sta parlando con la FIP per un ingresso nel Premier Padel. Dobbiamo aspettarci dei tornei femminili già nel 2023?

Con la IPPA dialoghiamo quotidianamente e per noi il tour non può esistere senza la presenza femminile. Le donne non hanno mai detto che non vogliono partecipare al Premier Padel ma, anzi, sono consapevoli che questo circuito è il futuro. Hanno avuto però un approccio prudente, che onestamente non ho condiviso ma che ho rispettato. La loro assenza è stata sicuramente un peccato sia per noi sia per loro, perché hanno perso un’opportunità di partecipare a tornei che avrebbero garantito loro tanta visibilità mediatica.

Nel frattempo, secondo le ultime indiscrezioni, il Premier Padel sarebbe vicino a un accordo per includere le giocatrici nel circuito internazionale.

L’intervista completa sarà disponibile sul prossimo numero di Padelbiz.