In questo articolo si parla di:
Sanyo Gutierrez: "Il padel deve prendere spunto dal tennis"

A quasi 39 anni e dopo 42 tornei vinti in carriera, Sanyo Gutierrez è tornato a giocare insieme a Fernando Belasteguin formando una delle coppie dallo stile più vintage del circuito.

In due fanno 82 anni, e dopo aver fatto da chiocce ad Arturo Coello e Agustin Tapia, i due argentini sono tornati insieme per uno degli ultimi balli delle loro carriere, con l’obiettivo di cercare di farsi strada in un padel sempre più veloce e potente con la loro tecnica e la loro sapienza tattica.

Il debutto è stato incoraggiante: anche se conclusosi con una sconfitta, nel Qatar Major del Premier Padel i due sono arrivati fino alla finale, persa poi contro Di Nenno e Stupaczuk. Sono arrivati poi dei quarti di finale ad Abu Dhabi e un’eliminazione precoce da La Rioja Open.

In Argentina, Sanyo e Bela sono stati battuti all’esordio da Ruiz e Bergamini anche per via delle condizioni molto veloci del campo. Un tema di cui ha parlato Sanyo in una recente intervista nella puntata di Padel20 su Twitch, ampliando il discorso poi anche all’adattamento da una superficie all’altra e su come gli organizzatori dei circuiti potrebbero prendere spunto dal parente più esperto del padel.

“A La Rioja abbiamo avuto una situazione difficile”, ha dichiarato Sanyo. “Sono favorevole ai cambiamenti sui tipi di superficie. In Argentina non siamo riusciti ad adattarci a un campo che era totalmente differente a quello che abbiamo trovato in Qatar”.

“Victor (Ruiz) e Lucas (Bergamini) hanno potuto allenarsi per quattro giorni su quel campo. Per noi che invece ci siamo allenati meno di mezz’ora su queste superfici è stato difficile. Non c’è stato un singolo punto che è durato più di 25 secondi”.

Cambiare le superfici resta per Sanyo comunque un’opportunità interessante per la crescita futura del padel. A suo dire, la chiave dovrebbe essere una migliore organizzazione nella rotazione tra campi diversi. Secondo il Mago di San Luis, il padel potrebbe prendere spunto dal tennis, creando delle mini-stagioni all’interno dell’anno dedicate a un tipo di superficie e di campo in particolare.

“C’è uno sport che ci può indicare la via, che è il tennis, ma ci rifiutiamo di seguire la strada. Sono d’accordo sul fatto che dovrebbero esserci superfici differenti, ma in genere il calendario dovrebbe permetterti di adattarti a una determinata superficie”.