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L'editoriale del Direttore / Tradizione e innovazione

Spesso abbiamo l’impressione che il padel italiano, ma anche internazionale, viva frequentemente dei punti di svolta. Tra numerose e continue evoluzioni, salti di qualità, scenari e prospettive. Ci piace pensare che Padelbiz sia fedele specchio e testimone attivo di questo percorso, raccontando e analizzando, ogni giorno sul web e ogni mese sulle pagine del nostro magazine, i principali fatti riguardanti il settore. Come lo storico ingresso delle donne nel circuito Premier Padel. Un avvenimento molto atteso e dalla risonanza globale. Ma dove – lo sottolineiamo con piacere – c’è una grande dose di italianità. Innanzitutto perché avverrà a Roma, dal 10 al 16 luglio, in occasione del secondo Major dell’anno, dopo il primo andato in scena a inizio marzo in Qatar. In secondo luogo perché uno dei grandi artefici di questo traguardo è il presidente della FIP Luigi Carraro, il quale ci aveva preannunciato l’imminente accordo nell’esclusiva intervista pubblicata sullo scorso numero di Padelbiz. E che ha così commentato: “Oggi è un giorno storico e di orgoglio per il padel. Dal lancio del Premier Padel l’anno scorso, abbiamo lavorato duramente perché sia uomini che donne potessero partecipare. Con più di 110 giocatrici che già hanno firmato e altre attese, siamo lieti dei progressi fatti nel portare il padel a nuove vette e far crescere questo sport in tutto il mondo”.

Un tema questo, insieme a un focus sulle due associazioni degli atleti professionisti, approfondito proprio su questo numero. Insieme a numerosi altri spunti, novità, iniziative, eventi, statistiche e storie. Un panorama di contenuti decisamente ricco e variegato, nel quale troviamo varie sfaccettature e opposti che si contaminano vicendevolmente. Come i concetti di tradizione e innovazione, con i quali non a caso abbiamo intitolato questo editoriale. Già, perché oggi il padel sta diventando sempre più e per un numero crescente di persone non solo un’attività aggregativa e/o sportiva, praticata in misura più o meno intensa e frequente. Ma anche un vero e proprio business. Con investimenti notevoli, anche di svariati milioni. Tanto che anche gli ultimi dati sull’apertura dei nuovi centri in Italia monitorati dal sempre ottimo Osservatorio Mr Padel Paddle confermano che, se da una parte diminuisce la crescita di nuove strutture, dall’altra parte nascono sempre più grandi club. Con una media di campi superiore a otto, con vari altri spazi e servizi a disposizione del pubblico. In generale c’è grande fermento anche su nuove proposte e soluzioni tecnologiche a tutti i livelli che possano costituire valori aggiunti per la customer experience dei giocatori o dei frequentatori degli stessi centri (sempre più non è detto che i secondi dovranno per forza coincidere con i primi). Anche di questo abbiamo già parlato e continueremo a trattare sui nostri canali. E tutto ciò lo mettiamo, per l’appunto, sotto il cappello dell’innovazione, indispensabile per un’evoluzione virtuosa di tutto il settore.

Ma a fianco di questa abbiamo parlato di tradizione. Altro concetto importante che ci piace raccontare con i nostri contenuti. Sia grazie alle “pillole” storiche nella sezione news. Ma anche tramite contenuti speciali o magari immagini evocative. Ecco perché, guarda i casi del destino, quando ci siamo trovati a dover scegliere la foto di copertina di questo numero di Padelbiz selezionando tra i vari scatti che ritraevano Mr. Tolito Aguirre (uno dei giocatori più spettacolari del mondo), ci siamo emozionati nel vederlo allenarsi ancora con uno dei suoi coach in un campo di Buenos Aires “vecchio stile” con le pareti in cemento, peraltro molto più veloci di quelle in vetro, ancora presenti in varie parti dei paesi sudamericani, specialmente in Argentina. Così come è stato casuale ma piacevole e rivelatore l’incontro con Andrea Balducci, che vi raccontiamo a pagina 33, un vero pioniere del padel italiano (si narra sia stato il primo connazionale a provare questo sport a metà degli Anni ’80 in Spagna). Ci piace pensare che il padel non ha abbandonato – e auspicabilmente mai dovrebbe farlo – il suo spirito più incontaminato e romantico. Che ha portato da prima pochi “pionieri” e poi sempre più persone a impugnare una pala e scoprire il divertimento e le emozioni che è in grado di regalare questo sport. La sua capacità aggregativa e inclusiva. Valori poco misurabili economicamente, ma altrettanto preziosi e da preservare.

Benedetto Sironi
benedetto.sironi@sport-press.it