
Gli Internazionali BNL d’Italia di tennis, in programma dall’8 al 21 maggio, sono stati inaugurati da un Simposio Internazionale di tennis e padel organizzato dall’Istituto Superiore di Formazione ‘Roberto Lombardi’.
Sabato 6 l’evento si è aperto con un’udienza generale ospitata nell’Aula Paolo VI a Città del Vaticano, riempita per l’occasione da giovani e adulti, giocatori e maestri provenienti da oltre 30 Paesi del mondo. “Questa è una giornata dedicata alla condivisione, all’idea che stare in campo sia una tappa importante, per chi diventerà un campione e per chi affronta lo sport come occasione di crescita nella vita”, ha esordito Max Giusti, che ha presentato la giornata il Simposio aperto per la prima volta anche al padel in contemporanea, in cui si è parlato dei valori dello sport e del significato che riveste quest’ultimo nelle vite di chi lo pratica.
Giusti ha poi accolto sul palco per i rispettivi interventi Toni Nadal, Emilio Sanchez, Riccardo Piatti e Miguel Sciorilli, quest’ultimo coach della nazionale italiana maschile di padel.
“È quello che si fa fuori dal campo, come si è nella vita che fanno la differenza”, ha dichiarato Nadal, storico allenatore del nipote Rafael. “È importante applicare gli stessi valori in campo e fuori, che sono educazione e rispetto”.
La crescita del padel è testimoniata dalla presenza di specialisti e grandi maestri in questo contesto. “Non mi sarei mai aspettato 25 anni fa, quando ho iniziato, di potermi trovare qui”, ha ammesso Sciorilli.
Le parole di Papa Francesco
L’udienza è stata poi conclusa da Papa Francesco, in quello che è stato a tutti gli effetti il momento clou dell’evento. Il pontefice, a cui il presidente FITP Angelo Binaghi ha regalato una racchetta da padel, ha parlato dell’importanza dei maestri e degli educatori e della dimensione ludica dello sport.
“Il maestro di tennis o padel, oltre che un tecnico, è anche e direi soprattutto un ‘educatore'”, ha esordito il Papa.
“Perciò vi incoraggio a proseguire su questa strada educativa, e vi propongo una semplice riflessione, che mi pare si può ricavare dalla pratica del vostro sport: il buon gioco viene da una giusta dinamica di attacco e di difesa. E così avviene anche in un cammino educativo: si tratta di legare bene il rischio e la prudenza”.
“Un buon educatore sa dosare bene il rischio e la prudenza. Rischiare vuol dire ad esempio permettere al ragazzo di fare un’esperienza nuova, che non ha mai fatto, e per la quale non si sa come reagirà, ma che riteniamo potrà aiutarlo a crescere. Questo è rischiare. Il rischio dev’essere sempre proporzionato e accompagnato. Il ragazzo deve sentirsi libero e nello stesso tempo non abbandonato”.
“E poi voglio ripetere anche a voi quella che per me è la cosa più importante: il tennis è un gioco, il padel è un gioco, e la loro forza educativa sta proprio nella dinamica del gioco. Non lasciatevi rubare il gusto di fare sport per passione, per divertirvi e divertire”.
“Questa è la gratuità, lo spirito di gratuità con cui dobbiamo giocare. L’agonismo è buono se non toglie questa dimensione ludica. Se invece prevale la dinamica della competizione, questa fa scattare varie forme di egoismo che finiscono per rovinare la pratica sportiva, così che questa non risulta più educativa, anzi, al contrario”.
A questo link è possibile leggere l’intervento completo di Papa Francesco.