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A Castel Maggiore, località Torre Verde, in provincia di Bologna, nasce una realtà che si propone di diventare punto di riferimento per il padel in Italia e non solo. Rilevato nell’aprile 2022 da Bologna Sport Center, il centro sportivo, ora polifunzionale, sorge su una superficie di sette ettari di terreno e, fino agli anni 2000, è stato conosciuto per il tennis.

Poi l’installazione di campi da calcio a 5 e a 7 ne ha cambiato l’utilizzo. Oggi, nella sua nuova vita la cui gestione è stata affidata a Bologna Padel, la struttura ha posto il focus proprio sul gioco delle pareti di cristallo, con 13 campi coperti, di cui sei dotati di telecamere e due con tecnologia ghost padel che permette di giocare anche al buio.

“Nel progetto definitivo, l’idea è quella di dare vita a uno stadio del padel e ad altri quattro campi esterni, per arrivare a un totale di 18”, spiega Piergiorgio Bottai, oggi amministratore unico di Bologna Padel. “Al momento abbiamo tre campi da calcio a 7, di cui uno con due di calcio a 5 all’interno. Nel progetto definitivo, entro l’estate del 2024, l’area esterna sarà dotata di due campi da beach volley/tennis, quattro da pickleball, quattro da tennis ed uno da basket che completano l’offerta estiva oggi fornita dalla piscina scoperta di 25 metri per 15”.

Ma non finisce qui. “Abbiamo idea di dare vita a uno studentato di circa 5.000 metri quadri, con 200 stanze, che sarà al servizio della città e dei numerosi studenti residenti a Bologna e contribuirà ulteriormente all’indotto del centro sportivo. Tutta l’area sarà alimentata da energia prodotta con il fotovoltaico per completare un vero e proprio progetto di economia circolare. Bologna Padel non prevede tessere di iscrizione o soci, il centro sarà aperto a chiunque e prevediamo un afflusso di oltre 150 mila sportivi in un anno a pieno regime”, conclude Bottai.

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Per trovare la giusta soluzione della parte indoor, Bologna Padel si è affidata a Ecover, azienda specializzata nella produzione e nella realizzazione di coperture industriali agricole e sportive in acciaio e PVC o legno lamellare.

“Abbiamo realizzato due strutture”, spiega Leonardo Ravizzini, responsabile commerciale di Ecover srl. “La più importante ha una superficie di 2100 metri coperti: è larga 30 m, lunga 68 m e ospita sei campi padel. L’idea che ci ha guidato è stata quella di fornire i requisiti per poter ospitare ogni tipo di manifestazione e offrire massimo comfort ai giocatori. I sei terreni di gioco sono stati messi paralleli tre a tre con uno spazio centrale di quattro metri. L’altezza minima è di 7,40 metri e la massima è 11 metri e mezzo circa”. Ma non solo. “La seconda struttura, invece, copre due campi e ha una planimetria di 15 metri per 44”.

Un totale di otto campi coperti dall’azienda con sede in provincia di Pescara, cui si aggiunge un capannone già presente in loco e che ospita altri cinque terreni di gioco per un’offerta di altissimo livello per quanto riguarda la scuola FITP che organizza corsi per tutte le età e per tutti i livelli.

“Abbiamo fatto un tavolo tecnico e di lavoro con la proprietà perché, per progetti così importanti, è necessario fare una disamina completa”, continua il dottor Ravizzini. “Si valutano: gli obiettivi del centro (come l’affitto o l’organizzazione di tornei), gli aspetti del layout e i vincoli sia imposti dal Comune sia del terreno su cui sorge il centro. Per quanto riguarda Bologna Padel, si trattava di un centro da riqualificare, dove erano presenti campi da calcio a 5 ed a 7 e sostituire con nuove strutture per il padel cercando di trovare la migliore soluzione per creare un ambiente confortevole con una gestione energetica di minor impatto possibile”.

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Dette le premesse, Ecover ha studiato la sua proposta. “Abbiamo realizzato una copertura con doppio telo, dando vita a una struttura con due centrali termiche di nuova generazione per una gestione modulare del calore a seconda dell’occupazione dei campi. Sono state fatte scelte oculate per mantenere bassi i costi di gestione”.

Il risultato è dunque un’ossatura camaleontica, con tutti e quattro i lati apribili attraverso tende indipendenti e sistemi brevettati. “È possibile trasformare la tensostruttura in quattro minuti con una gestione duplice delle tende: chiusura per maltempo, o anche funzione oscurante per irraggiamento solare”.

La struttura principale è in ferro e presenta 14 arcate coperte da un doppio telo, uno esterno e uno interno. All’interno sono stati piazzati dei ventilatori che immettono aria dando vita a un sistema coadiuvante naturale che determina la bontà della coibentazione della struttura. “Il tavolo tecnico in attesa dei permessi si è protratto per quattro, cinque mesi. Poi, dal momento in cui si è deciso, sono trascorsi meno di tre mesi per la realizzazione delle due strutture”.

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