
Martin Pereyra, selezionatore e tecnico della nazionale giovanile maschile di padel, è ormai un punto di riferimento per gli azzurrini che vogliono fare carriera con la pala. Ecco perché, all’interno del grande contenitore del BNL Italy Major, è importante sentire il suo parere sul momento di crescita dei ragazzi. “Questo BNL Italy Major è fondamentale anche per i giovani, perché permette loro di vedere come si comportano i professionisti di alto livello, che potrebbero essere un esempio. Dividere gli spazi con i campioni è uno stimolo per crescere”.
Gli incontri utili, durante la settimana del Major, non mancano di certo. “Abbiamo incrociato Belasteguin con i ragazzi. Quando Fernando li ha visti si è fermato per parlare con loro: un altro esempio di quanto sia professionista a 360 gradi, con grande umiltà e disciplina. Non a caso è stato per 16 anni il numero uno e tuttora è l’atleta che sta di più in palestra”.
La domanda è sempre la stessa: quanto sono lontani i fenomeni e quando potremo raggiungerli? “Spagna e Argentina sono ancora un po’ lontani, perché negli anni scorsi la nostra base non era così larga. Il vero punto di forza per noi è l’ISF, che già col tennis e oggi col padel ha trovato un metodo capace di produrre frutti. Gli altri Paesi infatti indicano proprio l’Italia come l’emergente per le prossime generazioni, il primo che andrà a impensierire Spagna e Argentina per la leadership mondiale. Le ragazze italiane sono già un po’ più avanti dei ragazzi, come hanno dimostrato gli European Games. Sono partite prima a fare attività internazionale di alto livello e adesso ottengono già dei buoni risultati”.

Roma 08/07/2023, BNL Italy Major Premier Padel, Foto: Giampiero Sposito
Intanto, però, un po’ tutti stanno andando nella direzione giusta. “Spagnoli e argentini under 18 spesso già giocano i tornei dei grandi. Ma i nostri ragazzi migliori sono sulla buona strada. Dobbiamo agganciarli alla nazionale maggiore per iniziare a fare respirare loro l’aria dell’alto livello. Il confronto è fondamentale: noi andiamo all’estero e gli altri vengono qui. Perché i Paesi europei non si attendevano questa esplosione del padel italiano. Stiamo organizzando prima dei Mondiali un campionato amichevole tra Nazioni proprio per aprire ulteriormente questo confronto. La FITP sta anche dando un aiuto economico importante a chi vuole competere fuori”.
Accanto al Major, ci sono diverse iniziative e c’è una tappa del FIP Promises con tanti atleti nazionali di livello. “Il FIP Promises è un’esperienza importante perché permette ai nostri di giocare ad alto livello e sui campi di casa. È un momento di confronto tra loro e anche tra i loro insegnanti. Il tutto mentre possono anche vedere i migliori al mondo e dunque prendere spunto. Si tratta di un confronto ‘verticale’ che è utile a tutti”.
Infine, l’inevitabile rapporto con il tennis. Tanto più in un ambiente come quello del Foro Italico. “Una gran parte dei giocatori di padel – ce lo dice la storia – viene dal tennis. Ma bisogna fare attenzione, perché se un giocatore ha ancora quegli automatismi legati al tennis e non riesce a cambiarli, potrebbe fare più fatica. Entrare nell’élite è sempre una combinazione di fattori e bisogna conoscere molto bene il padel, con tutte le sue peculiarità. L’atleta di alto livello riconosce la giocata, ma non la deve pensare”.
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