
Il futuro della climate action è già qui: Climate Partner è ormai al fianco di MagNet come partner climatico. La società è stata inoltre collaboratrice della nona edizione degli ORBDAYS, andati in scena il 9 e 10 luglio a Riva del Garda, occupandosi di calcolare e compensare le emissioni dell’evento.
Climate Partner x MagNet
La società offre progetti di neutralità ambientale che rispettano standard riconosciuti, come il Gold Standard o il Verified Carbon Standard. Questi progetti sono orientati verso i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Definire un piano solido e concreto di riduzione delle emissioni e contribuire finanziariamente ai progetti globali per il clima: così Climate Partner, società tedesca attiva dal 2006, nata a Monaco di Baviera, affianca le aziende nel loro percorso verso l’impegno sociale e ambientale, ormai imprescindibile in un mondo che ogni giorno deve fare i conti con le conseguenze del cambiamento climatico.
Nel contesto di un insieme di valori in comune e del percorso di responsabilità climatica intrapreso da MagNet, la società tedesca è stata partner degli ORBDAYS 2023 a Riva del Garda. Ma come funzionano il calcolo, la riduzione e la compensazione delle emissioni? Cosa assicura la trasparenza di queste azioni? Ne abbiamo parlato con Francesca Milani e Lisa Mazzon, commercial sustainability managers di Climate Partner Italia.
Cos’è Climate Partner e di cosa si occupa?
FM Climate Partner che è rimasta una start-up finché la tematica ambientale non ha preso piede, per poi crescere fino a diventare una realtà internazionale, con sedi in tutta Europa e America e un team di più di 500 persone. Seguiamo aziende del calibro di Volkswagen e Nestlé, ma anche piccole e medie imprese, cuore del tessuto imprenditoriale italiano. Il network di realtà è molto eterogeneo: alcune aziende vanno sensibilizzate, altre prestano già una certa attenzione alla sostenibilità senza però valorizzarla.
Qual è il vostro obiettivo principale?
FM Misurare l’impronta carbonica e aiutare le aziende a ridurre le loro emissioni. La misurazione avviene attraverso lo studio di una serie di voci regolate dal Greenhouse Gas Protocol (GHG Protocol), che fornisce standard e strumenti per aiutare realtà ed enti diversi a tracciare i progressi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Francesca Milani

Lisa Mazzon
Ci parlate meglio dei differenti Scope?
LM Le emissioni Scope 1 sono quelle dirette, delle fonti di proprietà o controllate dall’azienda. Vi rientrano quindi il riscaldamento, l’aria condizionata, la flotta aziendale (auto, furgoni, camion) ma anche quelle rilasciate durante i processi industriali e la produzione in loco. Le emissioni Scope 2 sono quelle indirette, di gas a effetto serra derivanti dall’energia acquistata o acquisita. Le emissioni più impattanti sono lo Scope 3: viaggi di lavoro, spostamenti dei dipendenti, materie prime, logistica in entrata e in uscita, scarti di produzione. Si tratta in media del 70-90% delle emissioni totali dell’azienda, molto spesso a causa delle materie prime. È difficile ridurle, a meno che uno non si produca la propria materia prima o abbia degli studi molto precisi sulla sua provenienza. Per questo, molto spesso occorre coinvolgere la propria filiera a monte e a valle.
Come funziona la riduzione?
LM Si tratta di definire degli obiettivi e le misure per raggiungerli. Possono essere le azioni più semplici – come rimborsare ai dipendenti l’abbonamento ai mezzi pubblici, come incentivo, oppure utilizzare energia “green” – oppure strategie complesse, science-based target, in allineamento con la commissione di Parigi e con l’obiettivo di tagliare il 90% delle emissioni entro il 2030. Aiutiamo l’azienda a definire i loro target, supportandoli attraverso workshop con i diversi dipartimenti.

Il team Climate Partner Italia
Come avviene invece la compensazione?
FM L’idea è nata dal protocollo di Kyoto: ovvero, quella di sostenere i Paesi in via di sviluppo per far sì che prendessero già la strada più sostenibile possibile. Successivamente si sono sviluppati il Gold Standard e il VCS Standard, che attestano che i progetti da loro certificati evitano ed eliminano CO2 dall’atmosfera: energie rinnovabili (impianti fotovoltaici o eolici); progetti nature-based (riforestazione, piantumazione); progetti sociali per la protezione della comunità sociale (fornelli con gas “pulito”, fonti di energie sane, pozzi, ecc.). L’idea alla base di questi progetti è che le emissioni sono nell’atmosfera e non importa da dove arrivino: se emetto x a Parigi, possono togliere x da un’altra parte.
Come funzionano i crediti carbonio?
LM Ogni credito ti dà diritto a una tonnellata di CO2. I crediti ovviamente sono disponibili solo un certo periodo di tempo dopo l’avvio del progetto: se pianto un albero, non inizio immediatamente a togliere CO2. Tutte le aziende con cui lavoriamo si impegnano sia nella riduzione che nella compensazione: ciò che non si riesce a ridurre, si compensa.
Leggi l’intervista completa sul numero 5 di Outdoor Magazine!