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L'editoriale del Direttore / Padel Next Gen

Fin dall’inizio della sua giovane ma già molto intensa avventura, Padelbiz ha rivendicato una chiara linea editoriale. Tutti voi conoscete e apprezzate sempre più le consuete rubriche, appuntamento ricorrente sulle nostre pagine cartacee, oltre che sui canali web e social. Così come gli approfondimenti e i focus “una tantum” che vanno ad arricchire ogni numero. Spazio quindi a news di mercato, curiosità, aneddoti, dati e statistiche, interventi di personalità significative e imprenditori, ricchi e dettagliati focus su prodotti e tecnologie, brand profile, articoli su centri, negozi, associazioni, eventi, tour operator specializzati, reportage dei principali appuntamenti padelistici italiani e internazionali, disamine legali e molto, molto altro ancora. Senza dimenticare le nostre esclusive inchieste, come nel caso della seguitissima “Carica dei 101”, della quale pubblichiamo l’ultima puntata e di cui troverete un dettagliato consuntivo sul prossimo numero.

Quest’ampia premessa per dire che, tra tutti i numerosi contenuti, volutamente abbiamo deciso di dare poco o magari nessuno spazio ai consigli tecnici su come si eseguono i colpi o sulla didattica (proprio su questo numero, in realtà, c’è una sorta di eccezione all’interno della seguitissima rubrica “Visto dal Coach”, ma sempre con un taglio particolare e inedito). Così come ai risultati dei vari tornei o alle vicende agonistico-personali degli atleti. Esistono peraltro siti o pagine social che lo fanno già da tempo in modo puntuale, rapido e professionale. Per questo, come Padelbiz abbiamo voluto posizionarci in modo differente e complementare, peraltro riuscendoci con successo fin dall’inizio, come non smettete di confermarci quotidianamente (e di questo vi ringraziamo davvero molto).

Detto questo, anche su questi fronti ci sono avvenimenti o personaggi dei quali non possiamo non parlare. E ci sono giocatori e giocatrici che meritano la nostra attenzione proprio perché ci permettono di proporvi analisi e suggestioni più “alte” e visionarie, rispetto a un pur eclatante ma mero risultato sportivo. Ecco, per esempio, spiegata la scelta della copertina di questo mese, con i volti festanti e sorridenti di Bea González e Delfi Brea (due delle giocatrici più forti e promettenti del circuito), insieme con Arturo Coello e Agustín Tapia (grandi dominatori di questa prima parte di stagione). Li accomuna il fatto di aver vinto la terza tappa del Premier Padel 2023, a Madrid. Oltre che la loro giovane età: 21 anni per Arturo e Bea, 23 per Delfi, 24 per Agustín, che pare già un veterano ma è per certi versi ancora agli inizi della sua carriera. Una foto storica anche perché ribadisce l’ingresso delle donne nel circuito del Premier Padel, avvenuto per la prima volta nella precedente tappa di Roma, che abbiamo avuto il piacere di vivere di persona e della quale vi raccontiamo nel nostro reportage.

Da questa immagine così solare, colorata e intensa, oltre che da numerose altre che vi proponiamo, ci portiamo a casa alcune gradite conferme e nuove, confortanti certezze. Innanzitutto quella che il padel sta continuando il suo percorso di crescita e maturazione a vari livelli. Quello agonistico è senz’altro uno dei più importanti, forse il più “mediatico” di tutti. E, come ben sappiamo, anche da qui passa la curiosità prima, il successo poi e infine la consacrazione per uno sport che ambisce di certo a diventare davvero globale e celebre in tutto il mondo. Siamo ancora all’inizio del percorso ma già alcuni passi decisivi sono stati compiuti. Anche in Italia. Del resto, pur tra immancabili migliorie che andranno apportate per le prossime edizioni, era impensabile fino a quattro anni fa che 25 mila persone si recassero al Foro Italico per assistere a delle partite di padel. Se ci pensiamo bene, una delle chiavi sta proprio nel conquistare e far sognare i giovani.

Siamo in un periodo di svolta storica della disciplina: le prime e le seconde generazioni di giocatori, ma anche di appassionati (perlomeno parlando di Spagna e Argentina), stanno lasciando spazio a quella che di fatto in molti Paesi rappresenta la prima vera generazione di giovani che si approcciano a questo sport in modo più o meno professionistico (l’Italia è tra queste). La presenza di top player positivi, felici, sorridenti, disponibili e inclusivi come i quattro sopra citati (ma non sono i soli) può senz’altro aiutare questo processo di crescita della disciplina. Permettendole di colmare sempre un po’ di più quel gap che la separa ancora nettamente da altre più storiche e radicate come il tennis in primis. Lì le “Next Gen” sono già una solida realtà, oltre che il nome di un celebre torneo annuale nato nel 2017 nel quale si sfidano i migliori otto giovani Under 21 della stagione sull’ATP Tour. Del resto, c’è chi dice che basti copiare proprio il tennis. C’è del vero in questa affermazione. Anche se, come abbiamo già detto, forse non è solo semplice romanticheria poter pensare che il padel, pur in un inevitabile percorso di costante sviluppo sotto vari punti di vista, possa mantenere sempre intatti alcuni aspetti e valori che lo rendano più semplice, genuino e magari perfino praticato, del suo nobile fratello maggiore.

Benedetto Sironi
benedetto.sironi@sport-press.it

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