
A Nardò, nel cuore del Salento leccese, siamo andati alla scoperta dell’avventura imprenditoriale di due famiglie che hanno fatto dello sviluppo dell’attività sportiva di base la propria missione
La gigantesca struttura sorprende comparendo all’improvviso a spezzare l’orizzonte, imponente sotto l’azzurro abbagliante del cielo salentino, come un’astronave atterrata per caso in mezzo agli ulivi. Al suo interno, il padel è cresciuto sino a diventare il motore trainante di un circolo polivalente che si erge a punto di riferimento per un’intera comunità, in un territorio dal carattere unico. Il Centro Happiness è l’esempio di come nel tempo una progettazione mirata e oculata possa costituire un valido modello di crescita sostenibile, su cui si innestano iniziative di marketing semplici ma efficaci, e in cui il fattore umano riveste ancora un ruolo imprescindibile e irrinunciabile. Ci racconta la sua storia il club manager Sergio Volturo, imprenditore sportivo con lo sguardo sempre rivolto al futuro, e i piedi ben piantati in una realtà locale in espansione ma che conserva ampi margini di crescita.
Intervista a Sergio Volturo, club manager
Quando nasce il centro?
Le famiglie dei soci proprietari della struttura, Volturo e Russo, sono da sempre coinvolte in ambito sportivo. Io sono stato un calciatore professionista, così come il figlio del mio socio e cognato Flavio, che è arrivato fino in serie A, e mia moglie gestiva un centro fitness. Già quando giocavo avvertivo la necessità di pensare al nostro futuro e, mentre mi laureavo all’Isef, immaginavo la mia vita continuare in quest’ambito. Il centro sorge quindi nel 2012 con una iniziale vocazione esclusivamente calcistica. Il successo ci ha premiato immediatamente e quasi subito abbiamo implementato la nostra offerta con i campi da beach volley e da street basket.
In che momento il padel si affaccia nelle vostre vite e quando avete capito che sarebbe diventato lo sport trainante del vostro centro?
Nel 2019 ho intuito, tra i primi nella zona, le potenzialità di questo sport e ho allestito un campo che, tuttavia, è diventato l’attrazione principale del centro solo al sopraggiungere del periodo pandemico. In quel momento difficilissimo, quando gli sport di squadra erano preclusi, ci siamo aggrappati al padel come a una vera ancora di salvezza. In pochissimo tempo le richieste sono aumentate a dismisura e ben presto l’iniziale curiosità degli avventori è stata sostituita da quella smania che ha interessato tutto il Paese. Pur nelle difficoltà, anche economiche, di quel periodo, abbiamo deciso di programmare un importante investimento con l’aggiunta di altri tre campi, dotati in seguito di una copertura a volta unica. Scelta rivelatasi fondamentale, anche perché con il ritorno alla normalità abbiamo poi assistito a un contemporaneo – e, confesso, inaspettato – calo di interesse verso le altre attività sportive, calcio in primis.
Oggi che peso riveste questa componente?
La porzione dedicata al padel è oggi il cuore pulsante dell’intero centro sportivo di complessivi 25.000 mq. La copertura dei campi ha innegabilmente dato un boost all’attività, considerato che per caratteristiche del territorio – mi riferisco al sole, ma anche al vento pressoché costante – la possibilità di giocare indoor ci ha consentito la piena occupazione durante tutto l’anno e in tutte le fasce orarie, senza subire flessioni stagionali. L’inserimento della scuola – una delle pochissime realtà salentine riconosciute dalla Federazione – e la presenza di tre maestri, sono la nostra risposta a una richiesta che continua a essere altissima e che spesso sfiora l’overbooking. Ormai anche i bambini frequentano i nostri corsi e ogni anno raddoppiamo le iscrizioni della stagione precedente.
Il padel è quindi una proposta che, benché privilegiata, si colloca in un contesto polivalente che comprende calcio, beach volley e persino mountainbike, anche nella declinazione “pump track”. Si può parlare di interazione di utenze tra i vari sport?
Premesso che qui tutte le discipline hanno pari dignità, noi per scelta siamo rimasti una realtà polisportiva in cui il padel non ha sottratto spazio o risorse agli altri sport, ma vi si è affiancato sino a diventare l’attività primaria del centro. Detto questo, la disciplina ha innegabilmente beneficiato non solo di un travaso di praticanti del pallone, ma ha conquistato ad esempio i familiari dei nostri piccoli calciatori, che sfruttano la durata dei loro allenamenti per giocare e prendere lezioni.
Happiness è solo una denominazione, o si traduce anche in un approccio gestionale?
La scelta dell’insegna è stata travagliata perché cercavamo un nome che non solo ci identificasse, ma potesse trasmettere a tutti i frequentatori del centro lo spirito che anima questo luogo. La parola richiama il concetto di felicità perché chi giunge all’Happiness deve trascorrere del tempo – prima, durante e dopo l’attività sportiva – in maniera serena, ed è lo stesso sentimento che suscita in noi che lo ospitiamo. Nessun giocatore si deve sentire un numero. Da noi viene percepito – e, quindi, trattato – come un membro della nostra grande famiglia sportiva. Paradossalmente è capitato che qualcuno ci imputasse quasi un eccesso di “umanità” -per così dire- ma credo che la nostra attitudine manageriale sia sotto gli occhi di tutti, senza però mai far venir meno il senso dell’accoglienza che ci ispira. Siamo orgogliosi di offrire un caffè e di instaurare un rapporto umano con il cliente, che per noi viene prima di ogni modello di business.
Il colpo d’occhio sui campi pare confermare questa visione, considerato che la grande maggioranza dei presenti indossa le divise del centro. Spiegaci l’origine di questo fenomeno, non così usuale nei club che visitiamo.
Accanto al nostro nome puoi notare che compare sempre un logo molto noto, la faccina che ride mutuata dal tipico emoticon. Questa accoppiata ha fatto sì che le nostre maglie siano riconoscibilissime, tanto è vero che si è attivato un simpatico meccanismo per cui riceviamo foto di loro avvistamenti in tutto il Salento e addirittura da altre regioni. Nell’arco di dieci anni abbiamo stampato più di diecimila maglie, suddivise tra i vari sport praticati all’Happiness e rinnovate con nuove grafiche a ogni stagione o in occasione di eventi speciali. Il risultato è che ora sono gli sponsor a cercarci -e non viceversa- perché garantiamo una visibilità enorme, dalle spiagge ai contesti più disparati, e i giocatori che indossano ovunque le nostre divise sono i loro primi promoter.
Quali sono dunque i vostri sponsor?
Non posso non citare i nomi di chi ci accompagna dagli esordi, come Nexperia di Giorgio D’Amore (che offre servizi di IT Managed Service), Tonio Filieri (agente di assicurazioni presso Groupama), Falconieri Tendaggi (nel settore del confezionamento e fornitura di biancheria per la casa) e, infine, Bollino Elettrodomestici. Sono tutte realtà locali ma per noi coltivare uno stretto legame con il territorio è motivo di grande vanto.
E i vostri fornitori e partner nel settore padel?
Da sempre Tennis Tecnica di Bari è il nostro main partner per tutta l’impiantistica. La struttura geodetica – che copre 1600 mq ed è alta quasi 15 metri – è prodotta da Sistemi Carabelli, società leader nel settore. Officine D’Amico, realtà brindisina, ha realizzato le gabbie, mentre i tappeti sono Mondo. Il materiale tecnico ci viene fornito da Royal Padel, azienda spagnola di nicchia ma di estrema qualità, con cui abbiamo un solido rapporto commerciale.
Siete un centro FITP: l’affiliazione federale viene percepita dalla vostra clientela come un valore aggiunto?
L’associazione alla federazione nazionale di riferimento – e parlo per tutti gli sport praticati all’Happiness, non solo il padel – è l’unico modello organizzativo che concepiamo e consideriamo valido per le nostre attività. Questo consente a chiunque desideri o anche solo sogni per sé un percorso agonistico a qualsiasi livello, di poterlo fare con serietà, partendo dalle scuole di avviamento e passando per i campionati federali, sino a raggiungere ogni potenziale traguardo sportivo. Consentimi però di sottolineare anche il ruolo di ASC Attività Sportive Confederate, un Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI molto attivo nel nostro territorio, del cui supporto ci avvaliamo in ambito ludico per l’organizzazione di campus estivi, gare e tornei amatoriali, attività ricreative per bambini e iniziative per disabili.
Chi compone il vostro staff tecnico?
Ci vantiamo innanzitutto di essere uno tra i pochi centri in zona ad annoverare un maestro nazionale, Antonio Scala, tra i primi in Italia ad acquisire questo titolo. Non nego però che il metodo spagnolo abbia caratteristiche diverse dalla scuola italiana e quindi abbiamo deciso di affiancargli un istruttore di origine argentina con la massima qualifica FEP e vent’anni di esperienza d’insegnamento a Barcellona. Mi riferisco a Mauricio Alberto Gutierrez – lo zio di Cristian El Gordo Gutierrez (uno dei veterani a calcare i campi del WPT) – che, oltre a essere costantemente in campo perché subissato di richieste, si occupa anche della “MGP Es Tiempo de padel”, società di servizi interamente dedicata al padel nell’organizzazione di eventi, clinic e tornei in tutta Italia. Completa lo staff dei maestri Simone Skoglund (nipote del famoso Lennart, calciatore svedese nell’Inter degli Anni ’50), già campione di beach tennis.
Quali i progetti nel mondo delle competizioni a squadre?
La squadra agonistica maschile, in cui milita anche mio figlio, ha vinto il campionato di Serie D alla prima partecipazione e giocherà la prossima serie C. In ambito amatoriale abbiamo team maschili e femminili che hanno disputato i tornei del circuito TPRA, ma la voglia di competere dei nostri clienti è così alta che la prossima stagione dovremo almeno raddoppiare le squadre iscritte per accontentare tutti.
Padel e Salento: negli ultimi tre anni si è assistito ad una grande diffusione e oggi anche i comuni di modesta dimensione hanno il loro campo. Su quali aspetti noti differenze con realtà territoriali già consolidate, anche all’interno di questa regione?
Oggi a livello quantitativo domanda e offerta di campi hanno un rapporto più bilanciato, ma la gestione delle strutture, da un punto di vista tanto sportivo quanto manageriale, è spesso ai limiti dell’amatoriale. La stessa tecnologia – e mi riferisco, ad esempio, alle app di prenotazione campi – è quasi ignorata dalla maggior parte di giocatori e circoli. Noi abbiamo adottato Playtomic e lo riteniamo un validissimo strumento che ci coadiuva nell’organizzazione dell’attività, ma non riusciamo a sfruttarne appieno le potenzialità per una sorta di rifiuto aprioristico da parte dell’utenza. Mi duole constatare che in questo modo è anche più difficile intercettare il flusso dei turisti/giocatori che frequentano queste zone in estate e che resta una potenziale risorsa ancora a disposizione per una crescita dell’intero movimento salentino.
Concludendo mi piacerebbe sapere cosa vedi nel futuro dell’Happiness.
La nostra indole è quella di non soffermarci mai su quanto a oggi realizzato, benché sia il frutto di un enorme sforzo personale ancor prima che imprenditoriale. Abbiamo adottato una politica di investimento necessariamente oculata, ma con uno sguardo costantemente rivolto ai programmi di prossimo sviluppo. Siamo già consapevoli della necessità di dover continuare a crescere nell’ambito padel, perché spesso fatichiamo ad assorbire la richiesta di ore e prestazioni connesse. Penso quindi a nuovi campi, altri maestri e spogliatoi dedicati. Farei un errore imperdonabile se sottovalutassi le sfide che si profilano all’orizzonte di tutti gli operatori, salentini e non, che vedranno nei servizi complementari al gioco il principale campo di battaglia.
IN BREVE
Indirizzo / Via Penta 3, 73048, Nardò (LE)
Campi / 4 campi padel indoor, 2 campi di calcio a 8/9, 3 campi di calcio a 5, 4 campi da beach volley/tennis, campo basket 3vs3, pista da bike pump track
Servizi / Clubhouse, spogliatoi, ludoteca infantile, area eventi, parcheggio
Orari di apertura / lunedì/venerdì 8:00-1:00; sabato/ domenica 7:00-21:00
Facebook / happiness.centro.sportivo
Instagram / @centro_sportivo_happiness
Email / gioventugranata@gmail.com
Telefono / 392.3876898
di Andrea Farano