
I dati raccolti dall’osservatorio di Mr Padel Paddle per il primo trimestre 2023 evidenziano due trend in particolare: l’aumento costante dei campi al coperto e un numero crescente di strutture di alto livello
Dopo l’evoluzione costante ed esplosiva degli ultimi anni, il padel in Italia sembra andare incontro a un naturale assestamento da qui ai prossimi mesi. Secondo i dati raccolti dall’osservatorio di Mr Padel Paddle, nel primo trimestre del 2023 la curva di crescita delle nuove strutture ha continuato infatti a rallentare, confermando una tendenza già iniziata nella parte finale del 2022. Se nel terzo trimestre dello scorso anno l’incremento era stato di 278 tra club e circoli, in quello successivo la cifra era diminuita a 146.
Il calo è continuato tra gennaio e marzo 2023, con le nuove strutture che sono cresciute “solo” di 127 unità. Il totale è passato dunque da 2.792 a 2.919 (+5%), mentre per i campi l’aumento è stato dell’8% (da 7.128 a 7.692). Un rallentamento fisiologico, complice anche una domanda sgonfiatasi rispetto al 2020 e al 2021 quando il padel era uno dei pochi sport praticabili a livello amatoriale, causato però anche da fattori esterni al settore.
Bisogna considerare, infatti, la maggior burocrazia negli iter per la costruzione dei campi e nell’ottenimento dei relativi permessi e il rialzo dei costi sia per la realizzazione sia per la gestione di un club. Gli altri due trend da segnalare, invece, rappresentano degli indicatori utili per capire in che direzione potrebbe muoversi il mercato e quali opportunità potrebbero crearsi per le aziende.
Sempre più grandi…
Il primo è la dimensione delle nuove strutture aperte tra gennaio e marzo. 13 di queste hanno una media superiore agli otto campi, mentre prendendo in considerazione la totalità dei club la media è di tre. Cosa ci dice questo dato? Che chi vuole puntare sul padel vuole farlo investendo risorse molto importanti e cercando di “coccolare” nel miglior modo possibile gli utenti, con un duplice obiettivo: offrire loro una grande quantità di servizi (dal negozio al bar, passando per spogliatoi accoglienti, club house, palestre e quant’altro) e tenerli all’interno del circolo/club per il maggior tempo possibile.
Assestamento, dunque, in questo caso può voler dire anche maggiore professionalizzazione, dopo un periodo in cui molti hanno cercato soprattutto di cavalcare l’onda lunga della crescita impetuosa del gioco. Il padel, insomma, sembra trovare mese dopo mese una propria identità e un proprio modo di fare business, tenendo sempre al centro il consumatore e le sue necessità.
…e sempre più indoor
L’altro dato da sottolineare è quello relativo alla crescita dei campi indoor, che sono passati dal 32 al 37% del totale. Dall’altra parte, per la prima volta quelli all’aperto sono diminuiti dai 4.843 di fine dicembre ai 4.821 di fine marzo. Il campo indoor (che è, senza timori di smentite, il luogo ideale in cui giocare) si conferma dunque come il futuro di questo sport, sia per la maggiore fruibilità sia per la maggiore redditività del club. E può anche aprire a diverse opportunità per gli attori protagonisti nell’ambito delle coperture.
In un contesto caratterizzato da grande fermento per le innovazioni e le nuove soluzioni tecnologiche che stanno emergendo nel settore, bisogna tenere conto delle esigenze che possono nascere giocando molto spesso al chiuso. Il raffreddamento d’estate, per esempio, ma soprattutto il riscaldamento d’inverno, in modo da evitare di giocare con temperature proibitive che possono anche aumentare il rischio d’infortuni.
Per circoli e club, la climatizzazione sarebbe un ulteriore servizio da offrire al cliente e siamo pronti a scommettere che alla lunga potrebbe diventare uno dei requisiti fondamentali che porterà un padelista a scegliere una determinata struttura piuttosto che un altra. Per le aziende specializzate, invece, si apriranno nuove opportunità tutte da esplorare e dagli orizzonti ancora tutti da definire.
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