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Il club, sin dalla sua inaugurazione punto di riferimento per il movimento padelistico capitolino,
continua il proprio percorso affrontando con carattere le sfide che si profilano all’orizzonte

di Andrea Farano

Si dice che scorgendo al tramonto un cielo tinto di rosso sia lecito sperare in un domani particolarmente sereno. Al Red Padel Roma il colore che dà il nome alla struttura è certo sinonimo di passione e di vitalità, ma soprattutto pare sottintendere quello sguardo costantemente rivolto al futuro che è la principale caratteristica di una gestione che ha fatto dell’attenzione alle nuove generazioni di giocatori, e della costante tensione al miglioramento strutturale, la propria bandiera.

Nato quattro anni fa, è presto diventato il circolo più grande della capitale, abbinando alla quantità dei campi l’indiscussa qualità della propria offerta. Abbiamo incontrato il direttore generale Luca Mandoj, che ci ha illustrato la sua visione sul presente – ma soprattutto su ciò che sarà – di un club in perenne evoluzione.

L’intervista
Luca Mandoj, direttore generale

Quando nasce l’idea di questo progetto e come si sviluppa il percorso che vi ha condotto dall’apertura del centro ad oggi?
L’idea nasce già nel 2017 ed è da attribuirsi ai due soci Renato Dellatte e Riccardo Leone, a cui va riconosciuto il merito di avere intuito, forse tra i primi in Italia, l’enorme potenziale di questo sport. È quindi incominciata una lunga fase di analisi in cui non solo si è valutata l’area dove far sorgere il circolo, ma si è anche studiato il progetto in termini di numero di campi e dimensione della struttura. Nel 2019 sono stati quindi installati i primi 9 campi e l’anno successivo se ne sono aggiunti altri 6. L’area su cui sorge il centro era precedentemente occupata da un tennis club ormai sostanzialmente in abbandono, ma la collocazione è risultata vincente, tra l’Appia Antica e la Tuscolana, e a pochi metri dal Raccordo Anulare. L’attuale configurazione è frutto di un rilevante impegno finanziario, ma questo club non si ferma mai investendo di continuo in migliorie e ammodernamenti, pur nell’oggettiva difficoltà di operare in un’area sottoposta a vincoli storici e paesaggicistici, che impongono il rigoroso rispetto di normative a cui ci atteniamo scrupolosamente.

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Luca Mandoj, al centro, con lo staff del Red Padel

Diamo un po’ di numeri per comprendere meglio le dimensioni del club.
Oltre ai 15 campi padel – di cui 9 dotati di copertura alta 14 metri, in funzione da ottobre a maggio – sono presenti due campi da calcio a cinque. Il progetto è quello di completare a breve anche la copertura degli altri 6 campi, destinandoli alla nostra Accademia, ovvero la scuola padel su cui stiamo puntando fortemente. La superficie complessiva è di oltre 12 mila metri quadri, e comprende anche due parcheggi per circa 300 posti auto, fondamentali per accogliere al meglio tutti i partecipanti ai nostri eventi. All’atto pratico siamo il circolo più grande della capitale, ma abbiamo detenuto a lungo lo stesso primato a livello nazionale. Oggi ci attestiamo mediamente sulle 300 presenze giornaliere.

Meglio quindi giocare all’aperto o al chiuso?
Questo dilemma divide non solo i giocatori ma anche il paese, per questioni climatiche ma direi anche culturali. Il Red è uno dei pochi circoli romani che propone entrambe le soluzioni: come risponde la clientela? Personalmente ritengo il padel uno sport da praticarsi indoor, ma non posso non registrare come la maggior parte della clientela abbia voglia di trascorrere un’ora e mezza sotto il sole, all’aria aperta e immerso nel verde. È altrettanto vero che in inverno i campi coperti sono sempre tutti prenotati con largo anticipo, perché garantiscono di giocare con ogni evento atmosferico e ad ogni temperatura. Tutto sommato, maggiormente si alza la capacità di gioco e più si predilige il campo al chiuso, mentre a livello amatoriale la proposta outdoor è quella preferita, soprattutto dall’utenza femminile.

Sono convinto che ogni luogo abbia una propria anima e la vera sfida di un operatore sia quella di trasferirla in un approccio gestionale: qual è quindi la filosofia alla base del club?
La chiave di lettura del Red si riassume nella presenza di uno staff di amici che fanno dell’onestà e della dedizione al progetto la loro missione. Nessuno qui si sente di passaggio, ma viviamo questo posto alla stregua di una grande azienda, e questo si riverbera nel rapporto con la clientela. I giocatori ci scelgono perché hanno instaurato innanzitutto un rapporto umano con noi, e sentirsi accolti con un sorriso è un fattore vincente. Ci sono persone che vengono al Red anche solo per un caffè o per trascorrere del tempo senza necessariamente giocare, in quello che è ormai un luogo di aggregazione che trascende l’aspetto puramente sportivo.

Il mercato romano, visto da fuori, mi dà l’idea di essere sicuramente maturo, per non dire ai limiti della saturazione: è già cominciata la sfida tra i circoli per attirare i giocatori? Quali sono i motivi per scegliere il Red?
A mio avviso la domanda di campi va ancora al passo con l’offerta e non ritengo così satura la piazza romana. Considera che il mercato attuale è in piena evoluzione, perché una rilevante quota di prenotazioni è riconducibile ad una nuova fascia di giocatori, costituita da bambini e ragazzi. Mi aspetto che le nuove leve di oggi siano nel prossimo futuro la grande maggioranza dei nostri clienti. Esaurita la fase covid sono rimasti quelli che credono davvero in questo sport e tra loro per fortuna c’è il seme che farà sviluppare e strutturare l’intero movimento padelistico nazionale, che sarà imparagonabile per numeri al mercato odierno. Detto questo, arrivo al paradosso di dirti che sono contento se un cliente gioca anche in altri contesti, perché se poi torna al Red significa che ci sceglie consapevolmente, preferendo la nostra proposta sotto ogni punto di vista. Dal canto nostro viviamo la concorrenza con i competitor in maniera sana, non solo in quanto ci spinge a migliorare, ma anche perché sono come noi promotori di un sistema della cui salute godiamo tutti.

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È la prima volta che percepisco così tanta attenzione verso i giocatori di domani.
Attualmente sono circa 130 i bambini – ma i numeri sono in crescita costante – che “giocano” da noi e non uso questo termine a caso. La dimensione ludica è l’elemento di raccordo che unisce il puro piacere all’aspetto più strettamente sportivo e salutare dell’attività. Per tutti i genitori che frequentano il nostro centro è stata subito chiara la differenza tra gli allenamenti padelistici e quelli ad esempio calcistici, in cui spesso il livello di stress per i ragazzi è immediatamente – e immotivatamente – troppo alto, oppure tennistici in cui occorrono due anni prima di fare una partitella. I nostri istruttori sono giovani e adottano metodi didattici specifici per l’infanzia, garantendo da subito il massimo del divertimento, e inserendo con il tempo i dettami squisitamente tecnici.

Nel preparare il nostro incontro mi hai messo in contatto con la vostra social media manager: in altri contesti questa figura professionale è usuale, ma nel nostro mondo l’aspetto social è ancora poco sfruttato. Qual è l’impatto dei nuovi media nella gestione del vostro circolo e come utilizzate questi strumenti?
I social più classici – come Facebook e Instagram – rappresentano una necessaria vetrina da cui transita tutta la comunicazione del circolo. Per noi è indispensabile garantire la presenza del club in questi canali, ma il vero ritorno in termini commerciali è piuttosto derivante dal nostro sistema di chat interne, che si affianca alle opportunità di gioco offerte dal gestionale Playtomic, comunque irrinunciabile. In altre parole gestiamo stanze virtuali divise per livello di gioco e frequentate ognuna da centinaia di utenti, in cui proponiamo eventi, lezioni, iniziative dedicate, e ovviamente facilitiamo il completamento di partite e l’incontro tra players di pari abilità. È un lavoro decisamente dispendioso che impegna numerosi dipendenti del club, ma è anche in questo che si traduce l’attenzione che riserviamo alla nostra clientela, ed è così che si sviluppa la socialità.

Quali sono i vostri sponsor?
Lo sponsor più importante è sicuramente Cupra Autoequipe, che ha brandizzato i nostri campi. Lo abbiamo preferito a realtà commerciali territoriali, per sposare con lungimiranza un marchio il cui nome è in tutto il mondo ormai indissolubilmente legato a questo sport. Wilson è il partner tecnico del centro e fornisce tutta l’attrezzatura messa a disposizione dei clienti.

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E i vostri fornitori nella costruzione del club?
I nostri campi, tutti super panoramici, sono stati forniti e posati da Italian Padel, vera eccellenza del settore. Particolare attenzione è stata data alla stesura di un massetto da 50 centimetri, che non a caso garantisce un perfetto drenaggio, e dopo due anni e mezzo abbiamo sostituito i tappeti originari con i nuovi manti texturizzati. La proprietà ritiene infatti di dover sempre offrire ai propri utenti quanto di meglio offra il mercato, dotando il centro di prodotti di estrema qualità.

Non dimentichiamoci dell’aspetto sportivo: come è strutturata e da chi è composta la vostra squadra tecnica?
Attualmente al Red operano in nove tra maestri e istruttori, tutti certificati e contrattualizzati. Oltre alla scuola dedicata ai bambini, già un centinaio di adulti seguono le nostre lezioni e corsi, che nella prossima stagione verranno implementati soprattutto in orario serale per venire incontro alle esigenze di chi lavora sino a tardi. Può sembrare una scelta poco redditizia, ma la nostra politica è quella di un costante investimento in ottica futura e a lungo termine, guardando alla crescita dell’intero movimento come obiettivo primario.

Ho notato che siete molto attivi sul fronte agonistico, non necessariamente professionistico ma anche a livello amatoriale.
In ambito amatoriale siamo in assoluto il circolo con il maggior numero di squadre in Italia. Abbiamo iniziato con il partecipare l’anno scorso al circuito del Movimento Sportivo Popolare di Daniele Scopece (MSP Italia) con 15 squadre, e poi nel 2023 abbiamo aggiunto 11 squadre che giocano il campionato TPRA gestito dalla FIT. A conti fatti parliamo di oltre 300 atleti e ogni gruppo viene seguito da uno dei nostri istruttori, in un rapporto che ormai mescola amicizia e insegnamento.

Per finire vorrei che mi dicessi cosa vedi nel futuro del Red e di questo sport.
In proiezione io credo che tra una decina d’anni raccoglieremo i frutti di tutte le iniziative lungimiranti che oggi stiamo sviluppando. Se penso a com’era questo posto anche solo pochi anni fa mi sembra incredibile quanto è già stato realizzato. Eppure per la proprietà l’idea di fermarsi ad ammirare i risultati acquisiti non è minimamente contemplata. Investiremo nella club house e nella ristorazione per creare un punto di ritrovo tra i più belli della capitale, ma aggiorneremo anche spogliatoi e parcheggi, che pure già oggi hanno capacità di accoglienza invidiabile. Il padel, inteso come sport, affiancherà alla dimensione del gioco una realtà sempre più competitiva e godremo di una generazione di atleti che avrà annullato o quasi il divario tecnico con i campioni spagnoli o argentini. Perché quando un italiano ci si mette, non è inferiore a nessuno!


Red Padel Roma – In breve

Indirizzo: via Ranuccio Bianchi Bandinelli, 48, 00178 Roma
Campi: 15 campi super panoramici (di cui 9 coperti da ottobre a maggio), 2 campi da calcio a 5
Servizi: bar ristoro, pro shop, spogliatoi
Parcheggio con 300 posti
Orari di apertura: 08:00-24:00 lunedì – domenica
Facebook: redpadelroma
Instagram: @redpadelroma

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